Terzo Capitolo del Monastero Wi-Fi: Basilica di San Pietro 2 ottobre 2021

Terzo Capitolo del Monastero Wi-Fi: Basilica di San Pietro 2 ottobre 2021

di Costanza Miriano

Se i giorni prima della ripresa delle scuole sono i giorni del “tu il prossimo anno i compiti li inizi a giugno”, i giorni prima del monastero sono quelli del “ma chi me l’ha fatto fare?”.

Intanto Radio Satana, sospendendo il suo abituale lavoro di denigratore degli altri (guarda come è sbagliata quella persona, guarda che stupido, che egoista, e perfido eccetera), si dà da fare con me, e mi sussurra indefesso all’orecchio pensieri demotivazionali: “ma che provi a far pregare la gente che non sei capace manco tu? guarda che si sono tutti sbagliati, tu sei una schifezza, hai ingannato tutti ma io lo so come sei davvero”. E allora, tra la fatica, e i sei miliardi di cose da fare – infilate tra il lavoro i pranzi le cene i libri da ricoprire e un libro da scrivere, così, tra una cosa e l’altra – provo a fermarmi e a ricordare bene, cioè a riportare al cuore le cose importanti.

Il 2 ottobre sarà una giornata di preghiera e di catechesi sul tema della preghiera, perché tutti abbiamo bisogno di crescere su questo fronte, fino alla fine della vita, non importa quanto siamo schiappe o cinture nere di preghiera. C’è sempre, per tutti, uno spazio di mistero nel quale possiamo fare un passo in avanti.

È una giornata in cui non ci sono star o maestri – uno solo è il Maestro, e se Gesù dice che manco lui lo è, figuriamoci i preti – ma fratelli che ci daranno qualche dritta. Magari il più costante e fedele a una preghiera vera e feconda è uno seduto in trentasettesima fila, che nessuno conosce, e di cui nessuno saprà mai. Siamo tutti lì per ascoltare e ricevere, per prime noi che organizziamo (ci è ben chiaro di non avere alcun merito particolare).

Ci sembra però che al Signore questa cosa di un popolo che si unisce per cercarlo, per lavorare sul suo cuore, piaccia. Ce lo ha confermato con i fatti, l’ultimo dei quali la possibilità di essere accolti a san Pietro, un unicum nella storia. In questo momento di desolazione, di chiese svuotate, di attività che faticano a riprendere, di gregge smarrito (desolante la omonima ottima raccolta di saggi sociologici appena pubblicata, sullo stato di salute della Chiesa in Italia), ci sembra un segno poter mostrare che un gregge, un popolo c’è, e non è smarrito. Non so quanto sia grande, ma non importa. È un popolo che ha ben chiaro che tutto parte dal cuore, che le opere buone vengono da lì, e che non è possibile fare il bene se prima non si è lavorato sul cuore, o meglio se non si è permesso a Dio di entrarci dentro. E che Dio entra attraverso la preghiera e i sacramenti, quindi grazie alla Chiesa. Non c’è un altro modo. Noi abbiamo visto che questo popolo che prega è stato capace di un bene e di una generosità commoventi. Madre Teresa cominciava ogni sua giornata con ore di preghiera, e diceva sempre che senza quella non avrebbe neanche potuto pensare quello che ha fatto.

È così bello che ci sia un popolo che per pregare insieme e che per ascoltare parole che aiutino a pregare si sveglierà la mattina presto, partirà (spesso il giorno prima), farà sacrifici di tempo, soldi, energie. Perché se non ci si mette in moto, se non si fa un santo viaggio, si rimane nel parcheggio spirituale. La fede parte sempre da un viaggio (anche uscire di casa per andare in chiesa è un viaggio, e il rischio di questi mesi passati è stato dimenticarcene, pensare che reale e virtuale siano la stessa cosa).

Mettersi in moto significa fare spazio a Dio, dire che ci interessa e che ha la priorità su altre cose, anche importantissime e belle e sante. Ma c’è un momento in cui bisogna fermare tutto e mettersi a pregare, con la certezza che non siamo indispensabili in nulla, che per Dio si può mettere in attesa qualcosa, tanto “Dio ne darà ai suoi amici nel sonno”.

Niente di ciò che tralasciamo per pregare soffrirà per questo, fidiamoci di Dio. Affidiamo a lui tutto ciò che lasciamo per lui in quel momento. E se mi è chiarissimo che la fede non può essere tutta un’esperienza, un diversivo, un “godimento” spirituale, perché siamo chiamati a stare al nostro posto di combattimento, ed è lì che si gioca la nostra santificazione, in quel punto preciso del tempo e della storia nel quale ci troviamo, anche se ci sembra il più sbagliato dell’universo, allo stesso modo mi è chiarissimo che c’è un momento in cui il Signore ci chiama a toglierci i sandali e a stare davanti a Lui, “perché questo luogo è santo”.

Vi prego, dunque, se potete (so bene che ci sono anche situazioni in cui non è davvero possibile) non perdete questa chiamata, che è un dono prezioso: Dio vuole incontrarci, ciascuno di noi, singolarmente. A volte è difficile recintare uno spazio per lui, sembra impossibile mollare tutto quello che stiamo facendo, ma ecco Lui “sta alla porta e bussa”.

A questo proposito veniamo al dolente capitolo dei bambini: purtroppo in queste condizioni particolarissime non abbiamo ancora trovato una soluzione in piena sicurezza, ma stiamo ancora lavorando. Dobbiamo trovare tante baby sitter tamponate o vaccinate e tanti spazi in modo da fare gruppetti piccoli, che comunque non escludono il rischio, perché è inevitabile che i bambini stiano insieme fra loro. Mentre tentiamo di risolvere il rompicapo, poiché teniamo a ciascuno di voi e per ogni persona che cancella la sua inscrizione proviamo un grande dispiacere, vi chiediamo di pensare se sia proprio impossibile per voi organizzarli a casa. Se il problema economico fosse insormontabile possiamo provare ad aiutarvi, anche se in questo momento non siamo in grado di garantirlo, perché le casse sono quasi vuote (ma siamo tranquilli, è una roba di Dio che risolverà lui come ha sempre fatto). Ricordiamoci che i primi a essere più felici se i genitori sono saldi spiritualmente sono loro.

Il link per le iscrizioni è QUI, mentre la mail per eventuali richieste o informazioni è capitolo.monasterowifi@gmail.com. Chi si è già iscritto in passato risulta iscritto, non è necessario farlo di nuovo ed è normale non ricevere ancora una mail di conferma. Arriveranno tutte a ridosso dell’evento, con tutte le informazioni pratiche e logistiche (non è richiesto il green pass ma è consigliato il tampone a tutti, vaccinati e non, unico modo per essere certi di non contagiare nessuno; uso delle mascherine, che dovranno essere indossate bene, nun se famo parla’ dietro; dove si entra (da Piazza del sant’Uffizio); dove si può lasciare il bagaglio – c’è un deposito gratuito, ma in quel caso bisogna entrare dal lato opposto – comunque sconsigliato al fine di snellire i controlli; dove si può parcheggiare e mangiare; orari precisi di apertura Basilica e inizio e fine delle catechesi e messa; il numero di conto per aiutarci a pagare le spese vive tipo affitto delle sedie e luci e amplificazione, mentre ricordiamo che la Basilica ci è offerta gratis dalla Santa Sede, anche se vorremmo comunque dare un’offerta alla Basilica e quello che resta andrà ai poveri IT24O0760101400001048662439 intestato a Monastero wifi, scritto così sennò non prende il bonifico ) e le mie solite scemenze sul dress code (Ildegarda di Bingen voleva che le sue monache si presentassero a eventi pubblici vestite bene e anche con dei gioielli, ma comunque fate voi, se qualcuna non ama le piume e le frange lo capisco).

Per chi non può proprio venire ci sarà uno streaming di tutta la giornata, anche se the real thing è proprio tutta un’altra cosa: il cristianesimo è la religione della carne, ed è nata da un incontro reale e vivo di persone in carne e ossa.

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